Per ovviare al problema della ridotta
quantità di cellule staminali nel sangue placentare, in diversi Centri di ricerca
italiani si sta cercando di sviluppare tecniche di colture che consentano
la riproduzione di queste cellule al di fuori dell'organismo umano (espansione in vitro)
per aumentarne il numero. Questa appare una risposta adeguata alla necessità di disporre
di unità di sangue placentare ad alto contenuto di cellule staminali per un uso più
generalizzato a livello clinico.
L'espansione in vitro delle cellule staminali potrà essere applicata anche nella terapia cellulare e nella terapia genica.
Molte malattie derivano dall'alterazione di funzioni cellulari o dalla distruzione di tessuti del'organismo.
Alcuni tipi di c.s. adulte come le emopoietiche e le mesenchimali, stimolate a svilupparsi in vari tipi di cellule differenziate, offrirebbero la possibilità di una fonte rinnovabile di esse per rimpiazzare quelle dei tessuti malati in un elevato numero di condizioni patologiche (il morbo di Parkinson e l'Alzheimer's, lesioni al midollo spinale, ustioni, diabete, malattie cardiache, ecc.).
Fino a poco tempo fa non si credeva possibile che le cellule staminali adulte (come
quelle emopoietiche) potessero cambiare specializzazione e produrre altri tipi di cellule.
Tuttavia, ricerche recenti condotte in soggetti sottoposti a trapianto di midollo, hanno
dimostrato che le cellule staminali emopoietiche trasfuse, avevano colonizzato il fegato trasformandosi in epatociti.
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