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DONAZIONE E TRAPIANTO DI CELLULE STAMINALI MIDOLLARI E PERIFERICHE

 

REPORT DEL REGISTRO ITALIANO IBMDR

Consulta il Report delle attività del Registro Italiani IBMDR che riporta i risultati sugli iscritti, sulle donazioni e sui trapianti aggiornati al 31 dicembre 2010.

DONAZIONE E TRAPIANTO DI CELLULE STAMINALI DA MIDOLLO OSSEO

Molte malattie del sangue come leucemie, anemia aplastica, beta-talassemia, immunodeficenze congenite, possono guarire con il trapianto di midollo osseo.
I trapianti di midollo osseo si fanno, quando possibile, utilizzando come donatore un fratello o una sorella del malato compatibili, cioè identici col malato, anche a livello genico, per gli antigeni di istocompatibilità definiti nell'uomo HLA (Human Leucocyte Antigen). I geni HLA fanno parte di un sistema genetico molto complesso, detto anche Complesso Maggiore di Istocompatibilità (MHC). Ognuno di noi possiede un patrimonio di geni HLA, ereditati dai genitori, che ci caratterizza in maniera univoca. Essi controllano la produzione delle molecole degli antigeni HLA presenti sulla superficie di quasi tutte le cellule del nostro corpo.
Per mezzo di questi antigeni il sistema immunitario riconosce le proprie cellule normali e reagisce contro (rigetto) quelle estranee o addirittura contro le proprie, se modificate.
L'analisi di questi geni, o dei loro prodotti antigenici (tipizzazione HLA), avviene per mezzo soprattutto di tecniche di biologia molecolare e permette di stabilire la compatibilità tra donatore e ricevente.
Il sistema HLA è caratterizzato da un elevato polimorfismo dei geni che lo compongono per cui le combinazioni possibili sono così numerose che è raro riscontrare soggetti non consanguinei HLA identici.
Anche tra consanguinei, comunque, la probabilità che due soggetti siano HLA identici è modesta. Due fratelli hanno solo il 25% di probabilità di essere HLA identici. Quindi solo parte dei malati può essere trapiantata.
In Italia, ogni anno, circa 500 pazienti che necessitano del trapianto non dispongono di un donatore all'interno della famiglia.
Per sopperire a questa mancanza sono sorti in tutto il mondo dei registri di potenziali donatori di midollo osseo. Tali organizzazioni costituiscono delle vere e proprie banche di dati genetici che, collegate tra loro in una rete internazionale e con i centri trapianto, rendono accessibili ad ogni singolo paziente un pool di donatori estremamente ampio. In tutto il mondo i donatori iscritti a fine 2007 erano oltre 11 milioni.
Il Registro italiano contava più di 320.000 donatori provenienti dai vari registri regionali.

Ogni anno per raggiunti limiti di età, devono essere esclusi dal registro numerosi donatori (circa 7000 nel 2006 e circa 6000 nel 2007): è quindi necessario un costante afflusso di nuovi iscritti.

COME SI DIVENTA DONATORE VOLONTARIO E LE PROCEDURE PER LA DONAZIONE

Il donatore deve essere maggiorenne e avere un'età inferiore ai 36 anni. Non deve essere affetto da malattie croniche gravi o trasmissibili col trapianto e in linea generale i suoi requisiti debbono rientrare elle caratteristiche richieste dalla legge trasfusionale.

Viene tipizzato per identificare le caratteristiche genetiche. Questo esame si esegue su una piccola quantità di sangue prelevato. I dati genetici vengono registrati su un archivio informatico e trasferiti, attraverso il registro regionale, a quello nazionale.

Se viene riscontrata identità a questo "primo livello" con uno dei pazienti in lista di attesa, il donatore è richiamato per ulteriori prelievi di sangue, necessari per indapprofondite.

Qualora invece risultasse compatibile avrà l'opportunità di donare le cellule staminali prelevate dal midollo osseo, oppure donare le c.s. raccolte in aferesi da sangue periferico, dopo stimolazione con fattore di crescita. In qualsiasi momento il donatore ha diritto di ritirare il suo consenso, rimanendo comunque iscritto sino al compimento del 55esimo anno di età.

I CENTRI ai quali rivolgersi per l'iscrizione al Registro Nazionale dei Donatori sono solitamente ubicati presso i Servizi Trasfusionali degli Ospedali.
Per informazioni ci si può rivolgere alle Associazioni dei Donatori.

COME SI DONA IL MIDOLLO OSSEO

Il prelievo del midollo osseo viene eseguito generalmente dalle ossa del bacino, e in particolare dalle creste iliache posteriori, mediante aspirazione con apposite siringhe, previa anestesia generale o epidurale.
Il prelievo dura di norma 30-45 minuti e non comporta danni o menomazioni al donatore, come dimostra l'esperienza di molti anni.
Esistono comunque dei rischi possibili legati all'anestesia; questi però sono minimi perchè i donatori vengono sottoposti a controlli pre-donazione molto accurati. Il midollo osseo prelevato si ricostituisce in pochi giorni.

COME SI DIVENTA DONATORE DI CELLULE STAMINALI DA SANGUE PERIFERICO

Dal 2005 è possibile anche in Italia donare le cellule staminali da sangue periferico
Poichè il sangue periferico, di norma, non contiene sufficienti quantità di cellule staminali emopoietiche per un trapianto, è necessario, prima del prelievo, incrementare il loro numero. A tal fine viene somministrato al donatore un fattore di crescita chiamato G-CSF che ha la proprietà di rendere più rapida la crescita delle cellule staminali e favorirne il passaggio dal midollo osseo nel sangue periferico.
A causa della stimolazione che produce nel midollo osseo, il G-CSF può provocare alcuni disturbi, solitamente di lieve o moderata entità (febbricola o febbre, cefalea, dolori ossei, senso di affaticamento, ben controllabili con comuni antidolorifici. Tali disturbi scompaiono rapidamente alla sospensione del trattamento e non lasciano sequele.
La raccolta di cellule staminali da sangue periferico avviene tramite prelievo venoso da un braccio, mediante aferesi. La procedura ha una durata di 3-4 ore, è ben tollerata e non richiede nessun tipo di anestesia.

I DONATORI SONO TUTTI IMPORTANTI MA NON SONO TUTTI UGUALI…

La necessità del coinvolgimento dei cittadini stranieri nella donazione di cellule staminali
A seguito del fenomeno dell'immigrazione si sono presentate problematiche finora non considerate nel campo della salute, come la questione dei trapianti, delle trasfusioni e delle donazioni di sangue e cellule staminali. L'aumento di cittadini immigrati ha portato ad un parallelo aumento del numero dei ricoveri ospedalieri che possono richiedere trasfusioni di emocomponenti o trapianto di cellule staminali.
D'altra parte però le loro caratteristiche immunogenetiche, legate alla differente appartenenza etnica, possono talora creare difficoltà nella diagnostica immunoematologica e nell'assicurare una ottimale terapia trasfusionale e trapiantologia.
Si rende quindi necessario l'inserimento di nuovi donatori tra i cittadini immigrati per aumentare la disponibilità di emocomponenti e cellule staminali compatibili con un eventuale connazionale affetto da una grave malattia del sangue e candidato al trapianto, ma che attualmente non trova una donazione compatibile.
È importante sottolineare infatti l'assenza dei registri di donatori e delle banche di cellule staminali cordonali in quasi tutte le nazioni di provenienza degli immigrati, nonchè la presenza in ogni etnia di particolari dati genetici non presenti in altre zone.

IL TRAPIANTO DI MIDOLLO OSSEO

Il trapianto di midollo osseo consiste nella sostituzione di un midollo osseo malato o non funzionante, con cellule staminali sane in grado di rigenerare tutte le cellule del sangue e ricostituire le normali funzioni ematologiche e immunologiche. Il trapianto può essere autologo (dello stesso paziente dopo opportuno trattamento) o allogenico (da un donatore).
In quest'ultimo caso il paziente ha tre possibilità:
  • ricevere il midollo osseo da un fratello o sorella compatibile (statisticamente 30% di possibilità),
  • ricevere il midollo osseo da un donatore volontario compatibile iscritto nei registri internazionali,
  • essere trapiantato con le cellule staminali del sangue placentare conservato nelle banche.
Il trapianto di midollo allogenico consiste principalmente in due fasi:
  • la prima mira alla distruzione delle cellule midollari del paziente, con farmaci particolari e/o radiazioni;
  • la seconda fase consiste nella ricostituzione del patrimonio midollare del paziente, tramite l’infusione, per via endovenosa (simile ad una trasfusione), delle cellule staminali prelevate dal donatore. Queste cellule riescono, infatti, a trovare da sole la strada per colonizzare la sede ossea di loro competenza e iniziare a produrre i normali elementi cellulari del sangue.

SCHEMA TRAPIANTO DI CELLULE STAMINALI DA MIDOLLO OSSEO

REGISTRO ITALIANO DONATORI CELLULE STAMINALI EMOPOIETICHE

Fonte IBMDR al 31/12/2007 - Indirizzo internet: www.ibmdr.galliera.it

 

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