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DONAZIONE E TRAPIANTO DI CELLULE STAMINALI DA SANGUE PLACENTARE

 

Il sangue placentare è il sangue che rimane nel cordone ombelicale e nella placenta dopo la nascita.
Qualsiasi donna in attesa di un figlio, purchè non affetta da malattie trasmissibili, può donare il sangue placentare
.

Il prelievo avviene al termine del parto, quando ormai il cordone ombelicale è stato reciso e la mamma ed il bimbo hanno ricevuto le opportune cure.
Questa donazione è sicura ed indolore: il sangue viene raccolto dall'ostetrica in apposita vasca sterile e immediatamente recapitato alla banca per le analisi, la tipizzazione HLA e la crioconservazione in speciali contenitori di azoto liquido a -190°.
Dopo il parto, la mamma che ha donato il sangue placentare, sarà sottoposta ad un prelievo venoso per escludere la presenza di malattie, che verrà ripetuto dopo sei mesi.
Prima della donazione, la mamma deve sottoscrivere il modulo di consenso che implica anche la sua disponibilità a sottoporsi ai controlli successivi.
Tutti gli esami per la donazione del sangue placentare sono gratuiti.

DOVE SI PUO' DONARE

Attualmente in molti reparti di ostetricia del Veneto può essere effettuata la donazione del sangue placentare.
Molti sono i centri in via di attivazione e anche il personale ostetrico che opera sul territorio per la preparazione al parto informa le mamme su questa possibilità e sulle sue modalità.

IL TRAPIANTO DI CELLULE STAMINALI DA SANGUE PLACENTARE

Viene attuato con modalità simili a quello di midollo osseo.
I principali vantaggi che questo tipo di trapianto offre (finora nel mondo ne sono stati eseguiti più di 2000) sono sostanzialmente due:

1. l'immediata disponibilità rispetto al midollo osseo; per identificare un donatore di midollo osseo compatibile per un paziente bambino o adulto il tempo mediano richiesto è di 4-5 mesi; per un trapianto di cellule staminali da sangue placentare si è invece nell'ordine dei 35-40 giorni al massimo. Un risparmio di tempo di questa entità, in patologie che spesso rappresentano un'urgenza trapiantologia è un vantaggio molto importante.
2. la possibilità di effettuare il trapianto di sangue placentare anche in coppie in cui il donatore ed il ricevente non siano perfettamente HLA compatibili. Questo è possibile grazie ad una maggiore immaturità delle cellule del sangue placentare, caratteristica che ha come conseguenza una ridotta capacità di attuare un'aggresione immunologia contro i tessuti del trapiantato.

Queste cellule infatti producono quantitativi inferiori di sostanze chiamate citochine, importanti nell'innescare e portare avanti tale aggressione, ed esprimono delle caratteristiche sostanze sulla loro membrana cellulare che probabilmente sono anche responsabili, durante la gravidanza, della non aggressione e quindi tolleranza tra madre e feto. A questo va ascritta la ridotta incidenza e gravità della malattia del trapianto contro l'ospite (GvHD), che trova conferma nei dati clinici raccolti da numerose casistiche nelle quali il trapianto di sangue placentare è stato confrontato con quello di midollo osseo.
Tali dati dimostrano che il rischio di rigetto, sia nelle forme acute che croniche, è minore nel trapianto di sangue placentare.
Uno svantaggio di questo tipo di trapianto è invece rappresentato da un rischio maggiore di non attecchimento delle cellule staminali trasfuse e di tempi di recupero dei globuli bianchi più lunghi rispetto al trapianto di midollo, a causa della minor concentrazione delle cellule staminali placentari.
Infatti, per ora, il sangue placentare viene utilizzato solo in pazienti di peso non superiore ai 40 chili.
Un altro svantaggio è rappresentato dal fatto che il sangue placentare è una fonte unica e per ora non riproducibile per una eventuale ricaduta di malattia nel paziente.

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